15 novembre 2009

Ridere in ufficio fa bene

Una ristata tra colleghi? Il rimedio migliore alla crisi e al cattivo umore in ufficio.
Una ricerca coordianta da Marco Sampietro, docente della scuola di direzione aziendale dell'Università Bocconi, condotta su 1860 soggetti di 7 diverse nazionalità, mostra come basti una battuta di spirito per sollevare il morale in ufficio e potenziare lo status del capo. L'umorismo ha un impatto positivo sulla coesione del gruppo, sulla motivazione a raggiungere gli obiettivi prefissati. E anche fare battute sarcastiche sul capo non mette in discussione il suo status, ma anzi ne rafforza l'immagine.
Le risate in uffico riducono poi, ovviamente, lo stress e sono utili anche per gestire meglio i conflitti.
Quando è megio mettere da parte l'umorismo però? Quando è ora di prendere una decisione importante: l'ilarità tende a abbassare la percezione del rischio.

15 settembre 2009

Unendo psicologia e risata...

Vi segnaliamo un interessante sito che unisce psicologia e risata!!
Si tratta del stio di Terenzio Traisci, uno psicologo del lavoro con esperienze nel campo dell'animazione turistica, della clown terapia e promotore di un sacco di interessanti proposte come un workshop dal titolo "Happy fitnes. Laboratorio sui benefici della risata".
Da vedere!!

http://web.mac.com/terenzio1/psicologo/HOME.html

17 agosto 2009

Un bel sorriso assicura il successo sociale?

Chi non ha mai avuto paura del trapano, della siringa e dell'apparecchio? Forse chi non è mai andato dal dentista! Quante sofferenze per mantenere la nostra bocca sana, ma una ricerca inglese ha dimostrati l'importanza di avere denti sani e curati per la nostra vita sociale.
Turbati? Ecco cosa è emerso: esiste un genere di handicap sociale associato alla malattia del cavo orale. Gli psicologi sociali dell'università del King's College di Londra hanno mostrato fotografie di una stessa persona con sorrisi bianchi e splendenti e trascurati o malati ad un gruppo di soggetti, i quali dovevano dare un giudizio sulla persona ritratta in foto. Avere un bel sorriso porta anche ad essere ritenuto non solo più attraente, ma anche più capace, al contrario presentare carie e denti ingialliti porta ad essere giudicati addirittura meno intelligenti.
Possiamo dare la colpa ai modelli sociali che ci vengono presentati e allo star-system, ma di sicuro ne sorridono i dentisti!



19 luglio 2009

Sorriso telefono giovani!

Forse pochi di voi lo sanno, ma dal 1993 a Milano esiste il “Sorriso telefono giovani”. Si tratta di un gruppo di volontari che porta avanti un centro di ascolto telefonico che cerca di aiutare i ragazzi ad attivare dentro di se' le risorse necessarie ad affrontare e risolvere i propri problemi.
I volontari, formati con un particolare corso, sviluppano competenze in diversi campi: psicologia dell'adolescenza, dipendenze (da alcol, sostanze e cibo), sessualita', depressione e ansia…

Lo scopo della help-line e' quello di offrire ascolto, sostegno e se possibile aiuto ai giovani in difficolta', che non vogliono o non possono rivolgersi alla famiglia, agli amici o agli insegnanti.
Attualmente l'associazione riceve circa 6.000 chiamate all'anno da giovani che si trovano ad affrontare svariati problemi…dalla solitudine alla difficolta' a entrare in relazione con il ragazzo/a che piace, dalla volontà di ottenere maggiore liberta' da parte dei genitori ai casi più gravi di molestie in famiglia.
I volontari si alternano al centralino tutti i giorni, escluso il sabato, dalle 16 alle 22.30 per aiutare i ragazzi a risolvere i loro problemi o anche solo per una chiacchierata!

www.sorrisotelefonogiovani.it/index.html

29 giugno 2009

Il sorriso perfetto!!

Cosa rende un sorriso perfetto? Inclinazione della testa e velocità di comparsa.

È questo il risultato di un esperimento condotto da tre psicologi, Krumhuber, Manstead & Kappas, su un campione 50 uomini e 50 donne, a cui è stato chiesto di osservare i sorrisi su alcuni volti ricostruiti al computer.

Secondo gli psicologi la testa chinata dal lato di chi ci è di fronte e un sorriso che spunta in mezzo secondo sono indici di sincerità e attraenza. La testa chinata nella direzione opposta all'interlocutore e volto che si illumina in un decimo di secondo, invece, potrebbero scatenare dubbi sulla nostra sincerità.


Tratto da: www.focus.it

27 giugno 2009

La risata ereditata

In qualche post fa avevamo parlato del sorriso delle scimmie: esse "mostrano i denti in silenzio" in segno di sottomissione. Ultimamente, invece, una ricerca pubblicata su Current Biology ha dimostrato che quando i primati non umani mostrano i denti, soffiano e corrugano le guance stanno ridendo ed esprimono gioia e felicità.
La primatologa Davila Ross è arrivata a questa conclusione confrontando i suoni emessi da oranghi, gorilla, scimpanzé, bonobo e bambini mentre venivano solleticati sul collo, sotto i piedi e le ascelle. Lo studio ha dimostrato che i modi di ridere sono simili tra specie vicine a livello evolutivo: in pratica la risata si è evoluta nel tempo e l'uomo l'ha ereditata dalle scimmie!
Certo, la nostra risata si è evoluta divenendo più controllata e ritmata, mentre quella delle scimmie è rimasta caratterizzata da vibrazioni delle corde vocali con frequenze e ritmi meno regolari, che la fanno assomigliare ad un grugnito.

24 giugno 2009

Il sorriso inconsapevole

Più di 10 giorni di silenzio sul nostro blog! Gli esami ci hanno sommerse, ma...scartabellando qua e là abbiamo trovato un articolo molto interessante: il sorriso può essere inconsapevole!
Ulf Dimberg, Monika Thunberg e Kurt Elmehed hanno analizzato le reazioni elettromiografiche del muscolo zigomatico superiore (deputato al sollevamento degli angoli della bocca) di fronte a immagini di volti sorridenti. Hanno dimostrato come l'attivazione del muscolo è elevata e ben superiore a quella che avviene di fronte a immagini di volti con espressioni neutre o arrabbiate.
Ma l'aspetto più interessante è che le immagini erano presentate per 30 millisecondi, ossia per un tempo così breve che la loro visione non poteva diventare consapevole: sorridiamo inconsapevolmente a visi che non sappiamo di vedere!

Per leggere l'abstract dell'articolo clicca qui.

11 giugno 2009

Taylor Schmitz: “il buonumore allarga la finestra attraverso la quale guardiamo il mondo”

Ieri su City Milano ho trovato un articoletto su una ricerca pubblicata sul "Journal of neuroscience" rigurado l'influenza degli stati affettivi sulla vista. Ecco l'articolo:

ROMA - Per vedere “la vie en rose” non servono lenti colorate, basta il buon umore. Pubblicata sul Journal of Neuroscience” la ricerca di un gruppo di studiosi dell’Università di Toronto metterebbe in relazione umore e percezione visiva. Ad alcuni volontari sono state mostrate foto e immagini che suscitassero in loro stati d’animo diversi; monitorando con la risonanza magnetica funzionale le reazioni delle “cavie” sarebbe emerso, secondo quanto dichiarato da uno degli autori dello studio, Taylor Schmitz, che “il buonumore allarga letteralmente la finestra attraverso la quale guardiamo il mondo”. Insomma: se il cattivo umore porta a una visione più limitata, meglio indossare lenti rosa.

E per chi volesse approfondire qui trovate l'abstract dell'articolo.

6 giugno 2009

Gli 8 motivi per cui si ride!

Perché si ride?
Alastair Clarke, un teorico evoluzionista inglese, ha identificato gli otto motivi per cui tutte le persone ridono.
Clarke è giunto a questa conclusione dopo aver studiato oltre 20mila situazioni comiche nel corso della Storia. Ne è risultato che le tipologie del "sense of humour" calzano entro otto precise categorie o schemi mentali.
Secondo Clarke il cervello umano inconsciamente va a scovare questi schemi e quando li trova si auto-ricompensa dello sforzo con una bella risata.
Ma vediamo quali sono questi schemi:
  • La "ripetizione positiva", ovvero la ripetizione continua di una frase, un gesto o un'intera scena.
  • La "qualificazione"dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per tutti l'accento dell'ispettore Clouseau nel film "La pantera rosa").
  • La "ricontestualizzazione qualitativa", che si presenta quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato.
  • L’"applicazione", il doppio senso, quando parole o intere frasi hanno un significato ambivalente.
  • La "fine", quando siamo noi a dover completare con la nostra immaginazione il senso di una frase.
  • La "divisione"quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone,
  • L’"opposizione", che include tutto ciò che è riconducibile all'ironia e al sarcasmo.
  • La “scala” quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni totalmente diverse.

Per leggere l'articolo completo CLICCATE QUI

3 giugno 2009

L'umorismo per Freud

«L'umorismo è il più potente meccanismo di difesa. »

Questa frase di Sigmund Freud racchiude tutta l’essenza della sua idea circa l’umorismo.

Esso è viso come un meccanismo di difesa maturo, funzione di un Io stabile, che serve a gestire le comuni richieste pulsionali, permette l’adattamento e non porta allo sviluppo di una patologia.

L’umorismo è quel meccanismo che permette l'espressione manifesta dei sen­timenti e dei pensieri senza disagio personale né im­mobilizzazione e non causa effetti spiacevoli negli al­tri. Permette alla persona di tollerare o persino di met­tere a fuoco ciò che è troppo terribile per essere sop­portato.

Attraverso battute, comicità e umorismo si risparmia energia psichica che, inutilizzata per i normali scopi, viene rilasciata sotto forma di risata. Se la comicità implica una sorta di regressione comportamentale a livello infantile, l’umorismo emerge invece in situazioni di difficoltà e disagio.

29 maggio 2009

Anziani: continuare a sorridere aituando gli altri!

Continuare a partecipare alla vita sociale, civile e culturale della comunità per sentirsi ancora vivi, vitali e in buona forma e mettere a frutto l’esperienza di una vita, maturata negli anni di lavoro e nelle relazioni intrecciate nel corso della vita.

È il valore importante e sostanziale che gli anziani possono continuare a dare in tante occasioni quotidiane all’interno della società, come soggetti attivi del volontariato.
Aiutare gli altri – bambini, giovani, chi necessita di sostegno e affetto – è un modo per sentirsi meglio e affrontare la routine quotidiana e la solitudine. Anche per questo molti enti ed associazioni sono attivi da tempo per promuovere il servizio civico volontario.

http://www.intrage.net/attualita/2007/09/06/notizia14000.shtml


28 maggio 2009

Look good feel better - La forza e il sorriso

All’interno di dive rsi ospedali oncologici e di istituti sparsi per tutta Italia, grazie al patrocinio di UNIPRO - Associazione Italiana Imprese Cosmetiche - con la collaborazione dell' Istituto Europeo di Oncologia e del Professore Umberto Veronesi e di ATTIVEcomeprima Onlus è nato il progetto “LA FORZA E IL SORRISO”, già attivo in 18 paesi del mondo e ispirato all’esperienza di “Look Good Feel Better”, varato negli Stati Uniti nel 1989.
Si tratta di un programma completamente gratuito dedicato a donne sottoposte ai trattamenti anticancro. Lo scopo è di aiutarle a migliorare il proprio aspetto fisico durante e dopo le cure, offrendo informazioni, idee e consigli pratici per meglio fronteggiare gli effetti secondari dei trattamenti: aver cura della pelle, affrontare la caduta dei capelli, truccarsi per riconquistare benessere e autostima
La forza e il sorriso prevede l’incontro di 6/8 donne in un’atmosfera informale e piacevole sotto la guida di esperti competenti.

L’idea di base è che guardarsi allo specchio con
un sorriso, nonostante la consapevolezza di una malattia così grave, permette di riprendere il controllo sulla propria vita e per fare questo essere seguiti da esperti e vivere queta esperienza in gruppo è molto importante.

http://www.laforzaeilsorriso.it/default.htm


24 maggio 2009

La dieta del sorriso!

La dieta mediterranea è quella più ricca di elementi favorevoli per il buon umore!

In particolare per sorridere e stare bene è consigliabile mangiare il pesce perchè contiene omega 3 che permette una minore incidenza di depressione. Importa
nti sono anche la frutta, gli agrumi e la verdura che contengono vitamine C ed E che oltre a disintossicare ostacola la formazione di radicali liberi, migliorando l’umore. E infine come non parlare dei dolci?Il gelato, il cioccolato, gli zuccheri, il miele, sono i classici alimenti che si assumono durante momenti di tristezza, malumore e che rialzano un po' il nostro umore nei momenti di diffcioltà!


21 maggio 2009

Arriva il SORRISOMETRO! (2)

Abbiamo trovato un'immagine che rappresenta un po' come funziona lo Smile Scan...




La versione reale è in giapponese...ma pensavamo fosse un po' difficile da capire!

20 maggio 2009

Sorridere con un emoticon

Qualche post fa vi avevamo chiesto quale emoticon poteva rappresentare meglio il sorriso e voi avete scelto in preferenza :-D e :-) .

In realtà vi è una netta differenza tra i sorrisi che rappresentavano le emopticon che vi abbiamo proposto:

:-) è la tipica “faccina sorridente” che indica un certo stato di felicità

:-D rappresenta una persona che sta ridendo

:-] è il sorriso dagli angoli della bocca arricciati, un sorriso poco espressivo, quasi di circostanza

:-/ è invece l’espressione di un sorriso sarcastico


È sempre bene stare attenti quando usiamo le emoticons! ;-)

19 maggio 2009

Arriva il SORRISOMETRO!

In Giappone arriva il “Sorrisometro”. Di cosa si tratta?

Si chiama Smile Scan ed è stato introdotto dalla West Japan Railway Company, in Giappone,per misurare il sorriso dei dipendenti che si confrontano con i clienti dell’azienda. Si tratta di un congegno digitale simile a una webcam che può essere montato sullo schermo del pc o su una parete e scatta foto a intervalli regolari. Le foto passano poi al vaglio di un software che valuta diversi movimenti in punti chiave del volto, per esempio quelli agli angoli della bocca o a lato degli occhi generando alla fine un «punteggio sorriso» per ogni soggetto, in centesimi. Secondo la Omron, produttrice del sorriso metro, si tratta diun modo per aiutarle i dipendenti a valutare il proprio sorriso, che in Giappone è un requisito irrinunciabile.

E nasce così anche una regola: “non superare il punteggio di 70/100!!”…un sorriso troppo smagliante può infastidire i clienti!

Tratto da: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/


14 maggio 2009

Sorridi?Non divorzi!

E' proprio vero che gli americani amano fare le ricerche...anche se sono un po' bizzare...e forse anche un po' poco attendibili!!!Come questa...

Gli psicologi della DePauw University in Indiana (USA) hanno chiesto ad un gruppo di volontari
over 65 di mostrare le loro foto meno recenti. Tra quelli che avevano un espressione più sorridente nella foto il numero dei divorzi era il piu' basso, solo l'11%, mentre gli scatti dei ''musoni'' si sono trasformati in separazioni e carte bollate nel 31% dei casi.
L'ipotesi è che le probabilita' che la coppia non scoppi sono cinque volte maggiori quiando i coniugi erano soggetti che da piccoli avevano la tendenza a sorridere davanti alla macchina fotografica.

Ma non è forse naturale e convenzionale sorridere quando ci si trova difronte una fotocamera???

9 maggio 2009

Regole per sorridere (5)

Quinta regola.

Prima di sorridere lavati i denti! Almeno sarai sicuro di non mostrare quello che hai appena mangiato!

E' dimostrato: lavarsi i denti dopo i pasti non solo aiuta a combattere placca e carie, ma anche a sorridere di più e più apertamente. Mostra i denti senza timore!

6 maggio 2009

E. Krumhuber: Il sorriso lento attrae di più!

Nei post precedenti ci siamo soffermati principalmente sulla distinzione tra sorriso vero e sorriso falso, ma non abbiamo considerato l’aspetto di attrattività di questa espressione facciale. Quale tipo di sorriso attrae di più?

Eva Krumhuber, studiosa dell’Università di Cardiff, ha pubblicato sul Journal of Nonverbal Behavior una ricerca sull’influenza degli aspetti dinamici del sorriso, in particolare la sua velocità di apertura in combinazione con l’inclinazione del capo.

Cento partecipanti, metà uomini e metà donne, hanno giudicato alcuni sorrisi di volti presentati su un monitor. Questi sorrisi variavano nella velocità di apertura, aprendosi alcuni in 1 decimo di secondo e altri in 5 decimi di secondo. Nello stesso tempo i volti si inclinavano verso sinistra oppure verso destra. I soggetti erano invitati a giudicare quanto i sorrisi erano genuini, attraenti, dominanti, falsi e ammiccanti. I risultati hanno dimostrato che il sorriso più lento è percepito e giudicato come più vero e più attraente e anche l’inclinazione del capo a destra aumenta l’attrattività e l’autenticità. I risultati mostrano anche che in generale i sorrisi delle donne sono percepiti come meno autentici di quelli degli uomini, probabilmente perchè le donne tendono a sorridere più spesso degli uomini e quindi questo comportamento è considerato come usuale e quindi meno informativo. Inoltre le donne sembrano più abili degli uomini a discriminare fra sorrisi di breve e lunga durata.

L’unico limite di questo interessante studio è l’utilizzo di volti virtuali e non reali, che limitano la validità ecologica della ricerca. Sta a voi provare e verificare gli effetti del vostro sorriso sugli altri!

Articolo completo: Temporal Aspects of Facial Displays in Person and Expression Perception: The Effects of Smile Dynamics, Head-tilt, and Gender

Tratto da: http://psicocafe.blogosfere.it

5 maggio 2009

Il sorriso del gorilla

A proposito di gorilla..anche loro sorridono?
Tutte le scimmie e molte altre specie animali "sorridono", ossia fanno quell'espressione facciale che viene chiamata "mostrare i denti in silenzio".
Però, non esprime sentimenti di serenità, gioia, felicità, ecc.., come spesso avviene per gli esseri umani, ma è un atto di difesa e sottomissione.
Mostrando i denti il gorilla segnala di non volerli usare per aggredire.
Possiamo interpretarlo come un segno di "pace", indice della volontà di avvicinarsi o allontanarsi senza combattere.


Un modo per mantenere o creare una buona relazione?

2 maggio 2009

Premio IGNobel per la Psicologia

Pensate che la psicologia abbia il senso dell'umorismo di un gorilla arrabbiato?
Per fortuna non è così: nel 2004 due ricercatori dell' "Visual cognition lab" dell'University of Illinois hanno vinto il premio IGNobel per la Psicologia. Vincere un premio IGNobel significa aver fatto una ricerca di indubbio spessore scientifico e umoristico, insomma, una ricerca che fa "prima ridere e poi pensare".
Cosa stanno facendo quei ragazzi? Contano quanti rimbalzi fanno con le due palle da basket:stanno partecipando ad un esperimento.
Ad un certo punto, qualcuno travestito da gorilla attraversa il gruppo, che...continua a contare! Ben il 46% dei partecipanti all'esperimento ha dichiarato di non aver notato il gorilla!
I ricercatori hanno concluso che: quand si è veramente concentrati su un compito, si ignorano elementi notevoli e fuoriluogo rispetto al compito stesso..anche il passaggio di un gorilla!

23 aprile 2009

Il sorriso è universale? (2) Ekman e Fernàndez-Dols. Le funzioni psicologiche del sorriso

Numerosi studi a partire da Darwin (1872) fino a Ekman (1985) hanno inteso il sorriso come l’espressione universale di una esperienza più o meno intensa di gioia e di felicità. Ekman è infatti sostenitore della cosiddetta “prospettiva emotiva”: questa presuppone che le espressioni facciali abbiano un valore emotivo, in quanto costituiscono l’emergenza immediata, spontanea e involontaria delle emozioni provate e sono governate da programmi neuromotori specifici. Pertanto ogni categoria emozionale corrisponde ad una precisa configurazione facciale. Diverse ricerche più recenti, capitanate dallo studioso Fernàndez-Dols, hanno però messo in evidenza che il sorriso non ha un legame né necessario né sufficiente con le emozioni: esso appare invece strettamente connesso con l’interazione sociale. Questa tesi concorda con l’orientamento di un’altra prospettiva riguardante le espressioni facciali, quella comunicativa, secondo cui appunto queste possiedono un valore squisitamente comunicativo in quanto manifestano agli altri le intenzioni del soggetto in base al contesto, e possiedono dunque un intrinseco valore sociale. In quest’ottica, come abbiamo accennato nel precedente post, il sorriso svolge innanzitutto la funzione di promotore dell’affinità relazionale, poiché viene impiegato in condizioni quali quelle di empatia e simpatia, piuttosto che di riappacificazione e rassicurazione, con lo scopo di stabilire e poi mantenere una relazione amichevole e positiva con gli altri. Per avere un’idea basta pensare al fatto che già da piccoli i bambini sorridono quando incontrano un altro bambino che non conoscono, e normalmente, almeno per quanto riguarda la cultura occidentale, il sorriso è una componente costante dei saluti. Il sorriso viene utilizzato allo stesso modo anche in situazioni spiacevoli: se abbiamo compiuto una gaffe nei confronti del nostro interlocutore, ci verrà spontaneo sorridere come segno di scusa e insieme richiesta di accettazione. Un’altra funzione fondamentale del sorriso è quella di regolatore dei rapporti sociali. L’esperienza vi avrà sicuramente offerto l’occasione di constatare che le persone in condizione subordinata sono in qualche modo vincolate a sorridere di più rispetto alla persone in posizione di potere, così come è verificato che le donne sorridono di più degli uomini per motivi di affiliazione e compiacenza. Questo dimostra quanto frequenza e intensità del sorriso siano governate dal potere sociale e dal genere.

22 aprile 2009

Il sorriso è universale?

Qualche tempo fa vi abbiamo proposto un veloce questionario che vi chiedeva, tra le altre cose, se il sorriso ha lo stesso significato in tutte le culture. Molti di voi hanno risposto di SI.
Ma quale era la risposta esatta?
Se consideriamo il sorriso come una via di espressione delle emozioni, in particolare di emozioni piacevoli (come sostiene Ekman) , allora dobbiamo tenere presenti le critiche all’ipotesi dell’universalità della produzione e del riconoscimento delle emozioni. In realtà ogni cultura ha un proprio modo di generare e attribuire significato alle espressioni facciali:le mozioni vengono valutate, identificate e "etichettate" in modi diversi. Perciò, partendo da queste premesse, dovremmo concludere che la risposta esatta era: no, il sorriso, come espressione di emozioni non ha lo stesso significato in ogni cultura.
Negli ultimi anni, però, gli studi di Fernandez-Dols hanno sottolineato che il sorriso non è solo una via di espressione delle emozioni, ma consiste in un sistema comunicativo volto a promuovere l’affinità relazionale: in questo senso il sorriso diviene un modo per comunicare vicinanza agli altri e per migliorare le relazioni. Da questo punto di vista il sorriso è universale? Noi pensiamo di si..e voi?
Rispondete al sondaggio!


Per chi volesse approfondire al conoscenza di Paul Ekman e Fernandez-Dols ecco i link : http://www.paulekman.com/ e http://people.ict.usc.edu/~gratch/CSCI534/Russell.pdf .

19 aprile 2009

Regole per sorridere! (4)

Quarta regola.
Vedere gli altri ridere fa sorridere anche te!

Come già detto il sorriso è contagioso. Proprio per questo motivo compiere un’azione che possa rendere felice un’altra persona e farla sorridere può avere effetti inaspettati anche sul proprio umore! Provare per credere!

15 aprile 2009

Sai riconoscere un sorriso falso? Prova il test!

ECCO IL TEST!

Si compone di:

  • due domande per sapere quanto vi ritenete ottimisti o pessimisti e quanto vi giudicate capaci di riconoscere un sorriso genuino da uno falso;
  • la presentazione di brevi filmati di persone che sorridono: sta a voi valutare se sono sorrisi genuini o simulati!

Pronti a mettervi alla prova?!
http://www.bbc.co.uk/science/humanbody/mind/surveys/smiles/

14 aprile 2009

Un sorriso falso..

Cosa sono i falsi sorrisi? E come si riconoscono?
Come già detto in un
precedente post il vero sorriso sincero coinvolge, oltre ai muscoli della bocca, anche quelli degli occhi. Paul Ekman a tal proposito ha messo in luce, tramite la misurazione dell'attività cerebrale di varie persone sorridenti, che solo quelle che contraggono questi muscoli oculari attivano aree cerebrali che determinano sensazioni di piacere.
Quando si sorride in modo sincero compaiono le rughette ai lati degli occhi comunemente chiamate “zampe di gallina” e vi è un lieve abbassamento delle sopracciglia.
Detto in questo modo sembrerebbe facile distinguere tra un sorriso vero e uno falso, invece, in generale, le persone si lasciano facilmente ingannare!

Volete misurare la vostra abilità a riconoscere e distinguere i due tipi di sorrisi? Presto per voi un test per mettervi alla prova

13 aprile 2009

La risata contagiosa

Quante volte vi sarà capitato di ridere semplicemente perché avete visto qualcun altro farlo! Vi siete domandati come mai? E vi siete mai chiesti perché in televisione nelle scenette divertenti ci sono sempre di sottofondo delle risate? La risposta a queste domande è semplice: perché ridere è contagioso! Uno studio pubblicato da un gruppo di scienziati della University College e dell'Imperial College di Londra su “The Journal of Neuroscience” sostiene che quando qualcuno ride nel cervello di chi lo ascolta si attivano le stesse aree che si "accenderebbero” se fosse lui stesso a farlo. È come se il cervello istintivamente imitasse l’altro che ride, mettendo in moto i muscoli facciali del sorriso. Quelli che si attivano sono i cosiddetti "neuroni specchio", che ci permettono di comprendere le azioni degli altri e di imitarle. I ricercatori hanno osservato un gruppo di volontari ai quali venivano fatti ascoltare suoni piacevoli e esclamazioni di gioia, ma anche suoni negativi, come urla. I risultati, ottenuti con la risonanza magnetica funzionale, hanno dimostrato che solo i suoni "positivi" fanno scattare il meccanismo di imitazione. Probabilmente questa risposta automatica si è sviluppata nel tempo per favorire l'interazione sociale, consentendo agli esseri umani così di comprendere e condividere la felicità altrui, soprattutto quando è espressa da una risata.
Per leggere l'intero articolo del "Journal of neuroscience" :

10 aprile 2009

Regole per sorridere! (3)

Terza regola.
La mattina, prima di uscire di casa, mangiatevi un bel pezzetto di cioccolato!

E’ accertato che il cioccolato, grazie agli zuccheri contenuti, stimola il cervello a produrre serotonina, un neurotrasmettitore con effetto antidepressivo, ma non solo: contiene anche piccole quantità di feniletilamina, sostanza che procura euforia, fornisce energia e favorisce la concentrazione...Ah, mi raccomando, non scordatevi di bere molta acqua: casi leggeri di disidratazione possono infatti essere la causa di stanchezza, malditesta e malumore.

8 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo:aiutare anche i bambini a ritrovare il sorriso. (2)

Una buona notizia: medici-clown tra i bambini delle zone colpite dal terremoto, perchè sia istituito un centro di “prima accoglienza medica e ludica” a disposizione dei bambini e dei ragazzi. Il Ministero delle pari opportunità ha scelto di sostenere l'intervento medico-psicologico: proprio oggi il ministro Carfagna ha fatto visita ai giovani sfollati assieme ai medici-clown dell’Onlus «Andrea Todisco» di Roma, impegnati in una vera e propria "missione del sorriso".
Ulteriori informazioni sul sito del ministro Carfagna http://www.maracarfagna.net/index.php/Interventi-Blog/CARFAGNA-MEDICI-INTRATTENITORI-E-GIOCHI-PER-I-BAMBINI-COLPITI.html e sul sito del Mattino http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=53857&sez=ITALIA .

7 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo:aiutare anche i bambini a ritrovare il sorriso.

Penso che in questi ultimi due giorni molti siano rimasti attoniti davanti alla TV, sconvolti per il terribile terremoto che ha devastato la provincia de L'Aquila..Chi ha pianto, chi è rimasto in silenzio, chi si è domandato il perchè, chi è rimasto col fiato sospeso..ma tutti, credo, abbiamo desiderato fare il possibile, qualsiasi cosa, pur di dare un minimo aiuto alle persone colpite da questa sciagura. Molte associazioni si sono mosse per offrire informazioni a chiunque volesse intervenire con donazioni di denaro, di beni di prima necessità, di sangue, del proprio tempo e della propria persona come volontari: il blog Candido presenta molti punti di riferimento http://candidonews.wordpress.com/2009/04/06/terremoto-abruzzo-come-aiutare/ .
Vi sono associazioni impegnate a distribuire al di là dei beni di prima necessità, sostegno e conforto, perchè la ricostruzione ed il ritorno alla normalità non sia solo esterno a loro: molti psicologi sono chiamati sul luogo della tragedia, come attesta Psicocafè http://psicocafe.blogosfere.it/2009/04/psicologi-per-il-terremoto-in-abruzzo.html .
Il mio pensiero va in particolare ai bambini e ai ragazzi scovolti e impauriti di fronte al disastro che li ha travolti. L'impegno deve essere rivolto soprattutto a loro, per aiutarli a trovare un po' di gioia anche in questa situazione, perchè tornino a sorridere. L'AGESCI (Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani) ha chiamato i capi scout a prestare servizio presso i paesi più colpiti: conoscendo la grande capacità di sostenere, far giocare e far divertire i bambini che queste persone dimostrano all'interno del loro impegno educativo, mi rivolgo a loro, perchè prestino servizio non solo nella distribuzione di beni di prima assistenza e di manodopera, ma anche nel regalare ai più giovani momenti di gioco e di allegria. Per chi volesse intervenire o semplicemente tenersi informato http://www.agesciabruzzo.org/ .

Pensare troppo fa male? Ridere no!!

Siete stufi di pensare sempre e troppo...provate il metodo Brain Stop!Anche se non funzionerà..riderete un po!

6 aprile 2009

Regole per sorridere! (2)

Seconda regola.
Autoironia: proviamo a ridere di noi stessi e a prendere in giro benevolmente il nostro io!

Come suggerisce il nostro commentatore: anche guardarsi allo specchio e ridere della propria immagine sconvolta dal risveglio è un buon modo per iniziare la giornata col sorriso!


4 aprile 2009

Sulla Terapia del sorriso (2)

Qualche giorno fa abbiamo parlato dei benefici del sorriso sugli aspetti psico-fisici delle persona, in particolare dei malati..Oggi vi ripostiamo quello che abbiamo scoperto ultimamente: sull'edizione del 31/03 è stato pubblicato un articolo molto intressante sui benefici del sorriso. Riprendendo le ricerche pubblicate sulla rivista "Mind" della Oxford Uiversity e sulla rivista "International Journal of Obesity" mettono in luce i benefici del sorriso sulla salute fisica e psicologica: ridere non solo avrebbe un'azione di rilassamento muscolare e di miglioramento generale del tono dell'umore, ma aiuterebbe anche a perdere peso e a migliorare la qualità del latte materno! Vi consigliamo di leggerlo su: http://city.corriere.it/2009/03/31/milano/i-fatti/sorriso-anche-finto-toccasana-la-salute-20368489441.shtml

3 aprile 2009

2 aprile 2009

Regole per sorridere! (1)

Prima regola.
Svegliarsi e pensare alla cosa che ti ha fatto più ridere il giorno precedente!

Se proprio la giornata è andata male iniziate a concentrarvi su ciò che vi fa più ridere in assoluto...vedrete che col tempo la vita inizierà a sorridervi e sarà più facile seguire questa regola!

1 aprile 2009

AAA sorriso antistress cercasi!

E' piuttosto noto che il sorriso, anche se forzato, contribuisce a sconfiggere il cattivo umore e a migliorare gli stati di stress...bhe, questi impiegati dovrebbero davvero farne una bella full immersion!!!

31 marzo 2009

Che ne pensi?

MARKETING: Il sorriso, ottima strategia di vendita


Come abbiamo visto il sorriso è uno degli elementi fondamentali che favorisce il benessere psicofisico dell’individuo. Ma come tutte le espressioni facciali anche il piegare le labbra all’insù crea degli effetti sulla persona che si trova ad essere destinatario del nostro sguardo e della nostra comunicazione. A questo proposito una ricerca condotta da un gruppo di studiosi diretti dal dottor Allan Konopacki, presidente della Incomm Research di Chicago, un centro di ricerche specializzato nell'analisi di strategie di vendita, ha dimostrato l'esistenza di una relazione tra la presenza del sorriso sui volti dei venditori e il numero di vendite effettuate. I dati utili alla ricerca sono stati raccolti principalmente nei corridoi delle fiere commerciali dove i ricercatori hanno puntigliosamente registrato il numero di sorrisi sfoggiati dal personale dei vari stand per poi confrontarlo con quello delle persone che si avvicinavano incuriosite, avviando un contatto di lavoro. I risultati dimostrano che un soggetto dal volto serioso è destinato a vedersi sopraffare dai concorrenti più inclini a sorridere, i quali sono in grado di conquistare un numero di clienti ben quattro volte maggiore. Come dire…un bel sorriso e l’affare è fatto!

30 marzo 2009

Ma i cani...sorridono?

L’altro ieri stavo giocando con il cane di un amico quando ad un certo punto, visto che mi continuava a saltare addosso (e vi assicuro, non è un chiwawa!!), il padrone l’ha rimproverato urlando: ecco che nell’imperversare della sgridata vedo comparire sul muso del cucciolone una buffa espressione a noi molto familiare. Mi sono chiesta, allora, se anche i nostri amici a 4 zampe possedessero effettivamente una qualche capacità di comunicare tramite espressioni facciali* simili alle nostre. Ho scoperto però che i cani sono sprovvisti della muscolatura idonea per esprimere un sorriso così come è concepito da noi esseri umani. Questa loro particolare e simpatica espressione, che gli inglesi chiamano “grinning”, rientrerebbe all’interno di un atteggiamento di sottomissione. A ben notare infatti il grinning, smorfia che lascia scoperti i denti e parte delle gengive, è un gesto che i cani rivolgono quasi unicamente alle persone al fine di catturare la benevolenza di chi gli sta di fronte. Dunque questo, assieme ad altri segnali quali leccarsi le labbra o starnutire, servirebbe a ridurre la potenziale aggressività di un avversario. Possiamo concludere che è tutt’altro che felicità quella espressa dai cani con il loro caratteristico sorriso…o forse ci stanno solo prendendo in giro?

* Ma per gli animali si parla di "espressioni facciali" o "espressioni musali"?

28 marzo 2009

I benefici del sorriso

Rieccoci qua! Come annunciato oggi vi vogliamo parlare dei benefici del sorriso! Oltre agli innegabili vantaggi dal punto di vista psicologico, infatti, il riso aiuta anche dal punto di vista medico e ha effetti inaspettati sul benessere fisico. In particolare ridere:

  • la purificazione e la liberazione delle vie respiratorie superiori (ad esempio aiuta a placare una crisi d’asma);
  • promuove l'aumento degli scambi polmonari e tende ad abbassare il tasso di grasso nel sangue (colesterolo);
  • Ridere fa rilassare i muscoli del corpo (ad esempio porta un’azione benefica sull’arterioscelrosi) cosicché permette di abbassare il livello di stress e di combatte la debolezza fisica e mentale;
  • diminuendo le tensioni interne svolge un effetto antidepressivo;
  • possiede una funzione depurativa e permette un miglioramento delle funzioni intestinali ed epatiche;distrae dal dolore e permette di abbassarne l’intensità.

In conclusione si più dire che il sorriso è un primo passo verso uno stato di ottimismo che contribuisce a donare salute dal punto di vista medico e benessere psicologico!

26 marzo 2009

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25 marzo 2009

Patch Therapy e psicologia: curare corpo e mente con il sorriso

« Ridere è contagioso! Noi dobbiamo curare la persona, oltre alla malattia » (Patch Adams). Con questa frase vorremmo richiamare la vostra attenzione su un’applicazione in ambito clinico della psicologia del sorriso: la “Terapia del sorriso”. Conosciuta anche come “Clown therapy”, questa è una particolare terapia medico-psicologica che si basa sugli effetti positivi psicologici e biologici del ridere: all’interno degli ospedali, al fianco dei bambini malati si accostano medici e infermieri “clown”, che si impegnano affinché i giovani pazienti possano vivere l’esperienza della degenza ospedaliera, della malattia e delle cure con il buon umore. I dottori del sorriso non si limitano a fare visita al piccolo degente, ma affiancano il medico "regolare" fin dalla fase di accoglienza del bambino durante le visite, i prelievi, le iniezioni, soprattutto in quei momenti che possono essere vissuti con ansia e timore. Questo tipo di cura nasce in America dove nel 1986 Michael Christensen (pagliaccio del circo di New York) e Paul Binder (medico) fondarono “The Clown Care Unit”, l’unità di clown terapia, e divennero i primi medici-clown. Il nuovo modo di intendere il processo di cura, che fa della risata una “medicina” sbarcò nei primi anni Novanta in Europa dove gli ospedali francesi e svizzeri furono i primi ad accoglierla, ma il grande riconoscimento a livello internazionale arrivò solo nel 1998.
Proprio in quell’anno, infatti, il regista Tom Shadyac portò nelle sale cinematografiche la storia del dottor
Hunter “Patch” Adams, un noto medico del West Virginia, col celebre film “Patch Adams”. Nel 1971 questo dottore alquanto originale fondò con la collaborazione della compagna e di alcuni amici, l’Istituto Gesundheit, dove impiegò per primo la Terapia del sorriso con i suoi giovani pazienti, portando risultati che denotano un incredibile incremento delle guarigioni.
L'utilità del medico clown non è limitata al campo psicologico, aiutando il bambino ad inserirsi più serenamente nel contesto ospedaliero, ma ha anche dei positivi riflessi sulle terapie. Il sorriso, infatti, ha effetti benefici molto importanti anche dal punto di vista medico: questo è un tema così importante che merita un post tutto per sè!

Sorriso: cosa c'è sotto?

Guardiamo quest’immagine: rappresenta uno dei sorrisi più famosi del mondo, quello enigmatico della “Gioconda” di Leonardo Da Vinci. Possiamo provare a immaginare perché stia sorridendo: perché è felice, oppure perché è calma e tranquilla, magari perché è contenta che Leonardo la stia ritraendo, oppure il suo è un sorriso di circostanza, proprio come quando ci mettiamo in posa per fare una fotografia. Potremmo anche ipotizzare che Leonardo abbia voluto dirci qualcosa di questa donna ritraendola con quest’espressione, ad esempio che era una persona dolce, gentile, affabile e felice.
Da quello che abbiamo detto possiamo desumere come il sorriso sia un’espressione facciale che comunica sentimenti differenti e si presta a interpretazioni diverse, ma pur sempre legate a tratti positivi.
Tale affermazione ci porta a esplorare cosa realmente un’emozione sia. Questo tema è un aspetto fondamentale della psicologia, che riconosce l’importanza delle emozioni quali veicolo di espressione della propria interiorità e mezzo di comunicazione. Oggi la psicologia considera le emozioni come “un allontanamento dal normale stato di quiete dell’organismo” dovuto ad uno stimolo esterno (ad esempio un improvviso rumore assordante) o interno, legato alla valutazione del proprio comportamento in relazione alle norme sociali (ad esempio l’invidia di un impiegato verso un collega che ha ricevuto una promozione). Le emozioni sono inoltre accompagnate da un impulso all’azione (riposta motivazionale), dalla rielaborazione cognitiva dello stimolo e della situazione, e da un insieme di risposte fisiologiche interne.
Tutti questi aspetti motivazionali, cognitivi, affettivi, culturali e fisiologici si celano sotto quelle emozioni che noi riconosciamo osservando l’espressione facciale di una persona. Secondo la “Teoria neuro-culturale” di Ekmann tale espressione sarebbe specifica e determinata da un programma facciale affettivo guidato dal sistema nervoso centrale autonomo. L’espressione a seguito di uno stimolo sorgerebbe da una reazione spontanea e solo successivamente l’individuo potrebbe modificare la sua espressione tramite le “regole di espressione” che ne permettono l’accentuazione, l’attenuazione, la neutralizzazione e la simulazione.
Secondo quest’approccio uno stimolo emotivo positivo porterebbe a sorridere e dare al volto l’espressione che viene riconosciuta come “gioia” e “felicità”. Il sorriso dunque manifesta serenità, benessere e apertura nei confronti di un'altra persona e la sua espressione rivela uno stato emotivo divenendo anche strumento di comunicazione. È perciò compito di colui che si trova a cogliere il sorriso come elemento comunicativo il darne un’interpretazione (se sincero o meno, se accentuato o attenuato, se reale o simulato) in base al contesto e alla situazione in cui si sta interagendo.

24 marzo 2009

Nascita di un sorriso: dalla culla di un bambino alle interazioni sociali

Il sorriso può avere tanti scopi differenti, può variare tra culture diverse, tutti lo usano ma probabilmente nessuno si ricorderà la prima volta che lo ha fatto. Questo è comprensibile, dal momento che si tratta di un’abilità che compare molto molto presto. Viene dunque spontaneo chiedersi: come e quando nasce esattamente un sorriso? Già a partire dalla nascita e per tutto il primo mese il neonato è solito mutare l’espressione del proprio volto durante il sonno (precisamente nella fase REM). Questo viene interpretato come uno stato di benessere, appunto espresso attraverso il sorriso. In questo periodo tale espressione non è connessa alla presenza stimoli esterni, ma nasce soprattutto da uno stato interno. Si parla dunque di “sorriso endogeno”. Questo “sorriso primitivo” però ha anche l’importantissimo scopo di attrarre l’interesse degli adulti, del caregiver in particolare, assicurandosi così vicinanza e protezione e poter stabilire presto una relazione affettiva.Tra la terza e la quarta settimana il sorriso inizia ad essere utilizzato anche in risposta a stimoli sociali che diventano significativi. Si parla a questo punto di “sorriso sociale”.Tra i 2 e i 3 mesi emerge una ulteriore nuova modalità. Il sorriso appare direzionato e rivolto a specifiche persone o situazioni. Si tratta del cosiddetto “sorriso sociale selettivo”: il bambino a questo punto sorride in modo da sincronizzare la sua risposta con quella del caregiver, e si stabilisce così una relazione di reciprocità. Si tratta finalmente di un comportamento pienamente sociale.

23 marzo 2009

Universale, multiuso e semplice da realizzare: un mobile ikea?...no, un Sorriso!

Non si può iniziare un blog dal titolo “Psicologia del sorriso” senza dire qualcosa sul protagonista indiscusso del nostro scrivere: il SORRISO.
Il termine deriva dal latino «sub-ridere» e suggerisce l'idea di un riso a bassa intensità e secondo la definizione data dal Vocabolario della lingua italiana per sorriso si intende un “riso attenuato e silenzioso, espressione di sentimenti e reazioni varie.”. Questa definizione è contemporaneamente vaga e complessa, in quanto accenna alla dimensione espressiva e psicologica dell’atto, senza approfondirne i vari aspetti. Riteniamo così utile presentare brevemente quei fattori che ci permettono di tracciare una panoramica generale del sorridere.
Dal punto di vista fisiologico si produce stirando la bocca (grazie al muscolo zigomatico maggiore), inarcando le labbra ed eventualmente mostrando i denti. La bocca riveste sicuramente il focus
primario dell’espressione facciale del sorriso, ma un ruolo fondamentale è giocato anche dagli occhi: se il muscolo orbicularis oculi (che circonda l’occhio) non si attiva il sorriso non apparirà felice e sincero, solo l’azione dello stringere e corrugare l’occhio può darci prova della sua sincerità. Mentre tirare la bocca è un’azione diretta e volontaria increspare gli occhi è un riflesso involontario e inconsapevole, guidato dalla reale emozione che stiamo vivendo.
Il sorriso, quindi, dà voce, anzi, dà forma ad un’emozione, ossia è la reazione ad uno stimolo, interno o esterno che sia, è un messaggio non verbale che permette alle persone di stabilire universalmente un contatto tendenzialmente amichevole. Può così manifestare felicità, serenità, benessere o apertura nei confronti dell’altro, ma anche sarcasmo, compatimento o imbarazzo. Notiamo come esistano diverse forme del sorridere e diverse motivazioni che spingono le persone a farlo: si può sorridere per manifestare comprensione e empatia nei confronti dell’altro, ma anche per accondiscendenza o semplicemente per mascherare ciò che si pensa realmente ma non si vuole dire. Si capisce fin da subito come questa semplice espressione svolga due ruoli fondamentali nella nostra vita: è indice della presenza di uno stato emotivo ed è uno strumento di comunicazione per rapportarsi con gli altri.
In conclusione, dal punto di vista culturale la parola “sorriso” non può che essere universale. Gli Inglesi dicono “smile”, i Russi “улыбка”, i Finlandesi “Hymyillä” e gli Olandesi “Lachten”, ma una tale universalità di segni non coincide sempre ad una corrispondenza di significati: lo stesso termine, anche se è globalmente traducibile con la parola “sorriso”, non è usato con le stesse accezioni in ogni situazione e in ogni ambiente culturale. Trattandosi di un atto sociale è caratterizzato dalle varie tradizioni e regole tipiche della società nella quale esso viene agito, ad esempio la cultura cinese associa quasi sempre il sorriso all’imbarazzo.
Questa è solo una piccola introduzione: il tema del sorriso che ci accompagnerà durante tutta quest’avventura è pieno di sfaccettature interessanti da scoprire!

BENVENUTI!

Questo è un blog creato da quattro studentesse di “Psicologia della Comunicazione” dell’Università Cattolica di Milano all’interno di un percorso di tirocinio legato alla “Psicologia dei nuovi media” Abbiamo deciso di avvicinarci anche alla “Psicologia positiva”, ossia a quella branca che si occupa di favorire la realizzazione delle potenzialità individuali e lo sviluppo del benessere psicologico nelle persone.
Così è nata l’idea di parlare della Psicologia del sorriso.
Come branca autonoma della psicologia non l’abbiamo ancora sentita nominare, anche se la “Sorriso terapia” richiama spesso la nostra attenzione su di sé e sul suo impegno negli ospedali di tutto il mondo per far vivere ai pazienti più giovani la malattia e le cure con un sostegno in più: il sorriso. Sarà proprio di lui che parleremo e cercheremo di scoprirlo come mezzo per esprimere emozioni e sentimenti e per comunicare con gli altri, socializzare e stringere legami; come espressione di divertimento e benessere trasformandosi in risata; come atto sociale diverso da cultura a cultura ed infine, visto che siamo convinte che il sorriso sia un buon amico in ogni situazione, cercheremo anche di farvi sorridere, perché in fondo
« Un giorno senza un sorriso è un giorno perso. » (Charlie Chaplin)