29 giugno 2009

Il sorriso perfetto!!

Cosa rende un sorriso perfetto? Inclinazione della testa e velocità di comparsa.

È questo il risultato di un esperimento condotto da tre psicologi, Krumhuber, Manstead & Kappas, su un campione 50 uomini e 50 donne, a cui è stato chiesto di osservare i sorrisi su alcuni volti ricostruiti al computer.

Secondo gli psicologi la testa chinata dal lato di chi ci è di fronte e un sorriso che spunta in mezzo secondo sono indici di sincerità e attraenza. La testa chinata nella direzione opposta all'interlocutore e volto che si illumina in un decimo di secondo, invece, potrebbero scatenare dubbi sulla nostra sincerità.


Tratto da: www.focus.it

27 giugno 2009

La risata ereditata

In qualche post fa avevamo parlato del sorriso delle scimmie: esse "mostrano i denti in silenzio" in segno di sottomissione. Ultimamente, invece, una ricerca pubblicata su Current Biology ha dimostrato che quando i primati non umani mostrano i denti, soffiano e corrugano le guance stanno ridendo ed esprimono gioia e felicità.
La primatologa Davila Ross è arrivata a questa conclusione confrontando i suoni emessi da oranghi, gorilla, scimpanzé, bonobo e bambini mentre venivano solleticati sul collo, sotto i piedi e le ascelle. Lo studio ha dimostrato che i modi di ridere sono simili tra specie vicine a livello evolutivo: in pratica la risata si è evoluta nel tempo e l'uomo l'ha ereditata dalle scimmie!
Certo, la nostra risata si è evoluta divenendo più controllata e ritmata, mentre quella delle scimmie è rimasta caratterizzata da vibrazioni delle corde vocali con frequenze e ritmi meno regolari, che la fanno assomigliare ad un grugnito.

24 giugno 2009

Il sorriso inconsapevole

Più di 10 giorni di silenzio sul nostro blog! Gli esami ci hanno sommerse, ma...scartabellando qua e là abbiamo trovato un articolo molto interessante: il sorriso può essere inconsapevole!
Ulf Dimberg, Monika Thunberg e Kurt Elmehed hanno analizzato le reazioni elettromiografiche del muscolo zigomatico superiore (deputato al sollevamento degli angoli della bocca) di fronte a immagini di volti sorridenti. Hanno dimostrato come l'attivazione del muscolo è elevata e ben superiore a quella che avviene di fronte a immagini di volti con espressioni neutre o arrabbiate.
Ma l'aspetto più interessante è che le immagini erano presentate per 30 millisecondi, ossia per un tempo così breve che la loro visione non poteva diventare consapevole: sorridiamo inconsapevolmente a visi che non sappiamo di vedere!

Per leggere l'abstract dell'articolo clicca qui.

11 giugno 2009

Taylor Schmitz: “il buonumore allarga la finestra attraverso la quale guardiamo il mondo”

Ieri su City Milano ho trovato un articoletto su una ricerca pubblicata sul "Journal of neuroscience" rigurado l'influenza degli stati affettivi sulla vista. Ecco l'articolo:

ROMA - Per vedere “la vie en rose” non servono lenti colorate, basta il buon umore. Pubblicata sul Journal of Neuroscience” la ricerca di un gruppo di studiosi dell’Università di Toronto metterebbe in relazione umore e percezione visiva. Ad alcuni volontari sono state mostrate foto e immagini che suscitassero in loro stati d’animo diversi; monitorando con la risonanza magnetica funzionale le reazioni delle “cavie” sarebbe emerso, secondo quanto dichiarato da uno degli autori dello studio, Taylor Schmitz, che “il buonumore allarga letteralmente la finestra attraverso la quale guardiamo il mondo”. Insomma: se il cattivo umore porta a una visione più limitata, meglio indossare lenti rosa.

E per chi volesse approfondire qui trovate l'abstract dell'articolo.

6 giugno 2009

Gli 8 motivi per cui si ride!

Perché si ride?
Alastair Clarke, un teorico evoluzionista inglese, ha identificato gli otto motivi per cui tutte le persone ridono.
Clarke è giunto a questa conclusione dopo aver studiato oltre 20mila situazioni comiche nel corso della Storia. Ne è risultato che le tipologie del "sense of humour" calzano entro otto precise categorie o schemi mentali.
Secondo Clarke il cervello umano inconsciamente va a scovare questi schemi e quando li trova si auto-ricompensa dello sforzo con una bella risata.
Ma vediamo quali sono questi schemi:
  • La "ripetizione positiva", ovvero la ripetizione continua di una frase, un gesto o un'intera scena.
  • La "qualificazione"dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per tutti l'accento dell'ispettore Clouseau nel film "La pantera rosa").
  • La "ricontestualizzazione qualitativa", che si presenta quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato.
  • L’"applicazione", il doppio senso, quando parole o intere frasi hanno un significato ambivalente.
  • La "fine", quando siamo noi a dover completare con la nostra immaginazione il senso di una frase.
  • La "divisione"quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone,
  • L’"opposizione", che include tutto ciò che è riconducibile all'ironia e al sarcasmo.
  • La “scala” quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni totalmente diverse.

Per leggere l'articolo completo CLICCATE QUI

3 giugno 2009

L'umorismo per Freud

«L'umorismo è il più potente meccanismo di difesa. »

Questa frase di Sigmund Freud racchiude tutta l’essenza della sua idea circa l’umorismo.

Esso è viso come un meccanismo di difesa maturo, funzione di un Io stabile, che serve a gestire le comuni richieste pulsionali, permette l’adattamento e non porta allo sviluppo di una patologia.

L’umorismo è quel meccanismo che permette l'espressione manifesta dei sen­timenti e dei pensieri senza disagio personale né im­mobilizzazione e non causa effetti spiacevoli negli al­tri. Permette alla persona di tollerare o persino di met­tere a fuoco ciò che è troppo terribile per essere sop­portato.

Attraverso battute, comicità e umorismo si risparmia energia psichica che, inutilizzata per i normali scopi, viene rilasciata sotto forma di risata. Se la comicità implica una sorta di regressione comportamentale a livello infantile, l’umorismo emerge invece in situazioni di difficoltà e disagio.