24 marzo 2009

Nascita di un sorriso: dalla culla di un bambino alle interazioni sociali

Il sorriso può avere tanti scopi differenti, può variare tra culture diverse, tutti lo usano ma probabilmente nessuno si ricorderà la prima volta che lo ha fatto. Questo è comprensibile, dal momento che si tratta di un’abilità che compare molto molto presto. Viene dunque spontaneo chiedersi: come e quando nasce esattamente un sorriso? Già a partire dalla nascita e per tutto il primo mese il neonato è solito mutare l’espressione del proprio volto durante il sonno (precisamente nella fase REM). Questo viene interpretato come uno stato di benessere, appunto espresso attraverso il sorriso. In questo periodo tale espressione non è connessa alla presenza stimoli esterni, ma nasce soprattutto da uno stato interno. Si parla dunque di “sorriso endogeno”. Questo “sorriso primitivo” però ha anche l’importantissimo scopo di attrarre l’interesse degli adulti, del caregiver in particolare, assicurandosi così vicinanza e protezione e poter stabilire presto una relazione affettiva.Tra la terza e la quarta settimana il sorriso inizia ad essere utilizzato anche in risposta a stimoli sociali che diventano significativi. Si parla a questo punto di “sorriso sociale”.Tra i 2 e i 3 mesi emerge una ulteriore nuova modalità. Il sorriso appare direzionato e rivolto a specifiche persone o situazioni. Si tratta del cosiddetto “sorriso sociale selettivo”: il bambino a questo punto sorride in modo da sincronizzare la sua risposta con quella del caregiver, e si stabilisce così una relazione di reciprocità. Si tratta finalmente di un comportamento pienamente sociale.

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